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Post-COVID: ECOSOSTENIBILITA’ CRUCIALE PER LE IMPRESE CHE VOGLIONO RIPARTIRE CON IL PIEDE GIUSTO.

L’edizione 2020 della ricerca “Osservatorio Milano Sostenibile” realizzata da LifeGate in collaborazione con l’Istituto Eumetra MR ha messo in luce che ben l’83% dei cittadini intende cambiare stile di vita come conseguenza della recente pandemia di Coronavirus. Questo “cambio di vita” includerà un sempre maggiore orientamento a smart working, sharing mobility e acquisti made in Italy.

Si tratta di un marcato approccio alla sostenibilità che è ormai diventato centrale anche per le aziende, come confermato alla fine di ottobre dalla seconda edizione di Re-Think, il primo forum italiano sull’economia circolare che ha messo a confronti imprese, startup, enti di ricerca e istituzioni. Nell’ambito dell’agri-food in particolare, Esselunga (partner dell’evento) rappresenta un esempio virtuoso dal momento che considera la sostenibilità come parte integrante del proprio modo di fare impresa.

Ha spiegato Antonio Vaccari, Head of Health, Safety and Environment del brand: “Nell’ambito della linea frutta e verdura biologica, quest’anno abbiamo convertito tutti i packaging in materiale 100% compostabile, riducendo di 137 tonnellate il consumo di plastica.”

Confezionamento e packaging non possono infatti che rappresentare un pilastro della nuova economia circolare ed ecosostenibile.

“Entro il 2025, tutto il packaging dei prodotti a marchio Esselunga sarà in materiale riciclato, riciclabile o compostabile,” conclude Vaccari.

In generale, le aziende che operano nel settore carta o che si specializzano nel packaging sui muovono già da tempo nella direzione dei materiali più sostenibili, eliminando progressivamente la plastica dalle loro produzioni. Nell’ambito della sempre più diffusa economia circolare, il packaging diventa una risorsa che supera le normali funzioni di conservazione, trasporto, protezione di un prodotto. Un ulteriore esempio in questo senso è rappresentato da Henkel, che da tempo opera attivamente per migliorare la sostenibilità dei propri imballaggi muovendosi secondo tre direttrici diverse: la scelta dei materiali, la progettazione intelligente del packaging, il riuso dell’imballo a fine vita.

E ancora, tra i brand virtuosi in questo senso figurano anche Nutromed, che propone la sua linea di detergenti in packaging di carta o cartone, e Antica Erboristeria, con i suoi astucci in carta riciclata per la linea dentifrici e i materiali promozionali per i punti vendita, anch’essi prodotti in carta riciclata fino all’85%.

A causa del lockdown e della limitazione ai normali spostamenti, il 2020 ha visto esplodere più che mai l’e-commerce e le conseguenti spedizioni di merci e prodotti, costringendo le imprese a ripensare in toto il concetto di packaging in considerazione dei rifiuti che contribuisce a produrre. La ricerca di soluzioni sempre meno impattanti a livello ambientale e sempre più sostenibili è stata accelerata dall’incremento massivo degli acquisti online, portando biologi e designer delle aziende a collaborare nella ricerca di imballaggi sempre meno inquinanti. Non a caso, si parla sempre di più di “biodesign”.

Anche i consumatori gradiscono, tanto che un recente sondaggio condotto dalla European Consumer Packaging Perceptions ha evidenziato che due terzi degli italiani intervistati apprezzerebbero confezioni più sostenibili per i loro prodotti e ben l’89% di loro preferisce il cartone alla plastica. La qualità del packaging influenza anche le abitudini di acquisto specialmente nelle generazioni più giovani, dal momento che il 55% dei millennial che hanno partecipato alla ricerca ha dichiarato di favorire prodotti con un imballo più green.

Una produzione circolare e sostenibile dovrà però interessare tutte le aziende in modo trasversale, a prescindere dal loro settore.

Tale principio è condiviso anche da un altro colosso italiano che sta muovendo molti passi in direzione della sostenibilità ambientale, Enel. Nel corso del secondo live streaming 2020 dell’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), l’AD Francesco Starace ha infatti dichiarato: “Sbaglia clamorosamente chi pensa che la sostenibilità passerà in secondo piano nella ricostruzione dell’economia mondiale post Covid-19: è un percorso senza ritorno, per fortuna. La sostenibilità è intrinsecamente resilienza, competitività e riduzione del rischio: proprio quello di cui abbiamo bisogno per uscire dalla crisi economica scatenata dalla pandemia.”

Lo studio: fondi di investimento sostenibili super-favoriti dopo il Coronavirus

Confermano la direttrice presa da Enel anche i risultati di un recente studio di Blackrock, che indicano come i fondi d’investimento sostenibili siano i favoriti per la ripresa post-COVID: non è un caso che nel primo trimestre 2020 questi abbiano totalizzato un incremento anno su anno pari al 41%, per un totale di oltre 4 miliardi di dollari. E il trend è rimasto inalterato anche nei mesi più duri del lockdown, ossia quelli di aprile e maggio.

È tuttavia opportuno sottolineare che la scelta della sostenibilità non dovrà interessare soltanto i grandi player di settore, ma le imprese tutte, a prescindere dall’industria di riferimento e dalla dimensione. L’approccio green che ci si attende dall’economia globale post-pandemia dovrà necessariamente trasformarsi in una leva competitiva anche per le attività italiane, alle quali si richiede ora una svolta tangibile verso l’economia circolare, finalizzata a ridurre l’impatto ambientale.

Un ottimo strumento è, in questo senso, rappresentato dal documento di rendicontazione della sostenibilità, peraltro ormai già obbligatorio nel nostro Paese per almeno cinquecento società quotate e di grandi dimensioni di interesse pubblico grazie al decreto legislativo 254/2016 di attuazione della direttiva Ue sulle informazioni non finanziarie.

In questo senso, la posizione della Commissione Europea era già chiara nel corso del primo evento live Asvis 2020. Ha commentato infatti Frans Timmermans, primo vicepresidente: “Non indietreggiamo di un passo sulla politica europea incentrata sull’economia green: il Green New Deal è ancora valido, anche in fase di pandemia, e il nuovo Next Generation EU Plan avrà fondi vincolati al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.”

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