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Packaging e greenwashing: come riconoscere un imballaggio realmente sostenibile

Sostenibile, green, riciclabile, ecologico, amico dell’ambiente, loghi verdi e immagini di foglie, del pianeta ed elementi naturali spopolano su packaging e prodotti di ogni tipologia. Il marketing vede nella sostenibilità una grande opportunità, ma purtroppo talvolta, per cavalcare l’onda della tendenza del momento, alcune cose possono sfuggire un po’ di mano e quello che dovrebbe figurare quale messaggio di trasparenza può divenire fuorviante. In una parola: greenwashing.

Purtroppo anche dietro argomenti così seri, importanti e delicati per il nostro futuro, quello dei nostri figli e del nostro pianeta, c’è sempre chi cerca di approfittarne e travestirsi da ciò che realmente non è. Il greenwashing è proprio questo, sfruttare falsi claim per far credere al consumatore di essere sostenibili quando invece non è così. Questo ecologismo di facciata nasconde invece elementi che con la sostenibilità hanno ben poco a che fare, e non per errore, ma trattasi di una scelta volontaria e consapevole del fatto che al momento sono sempre più le persone attente e alla ricerca di soluzioni green in qualsiasi ambito.

Anche il mondo del packaging non è esente al greenwashing, anzi, forse è uno tra quelli dove è maggiormente diffusa questa pratica scorretta, anche perché basta veramente poco per apparire ciò che non si è. Esistono fortunatamente strategie per comprendere quando ci si trova dinnanzi a un imballaggio realmente sostenibile e in questo articolo le evidenzieremo così da aiutare i consumatori e anche le aziende che cercano fornitori di packaging green, a individuare quelli che realmente offrono un prodotto conforme.

Packaging sostenibile riconoscerlo per essere realmente green

Negli ultimi anni l’Unione Europea ha fatto grandi progressi nella promozione della sostenibilità ambientale attraverso regolamenti specifici per la classificazione dei packaging.

Uno dei principali regolamenti è la Direttiva quadro sui rifiuti, che stabilisce le basi per una gestione sostenibile e il passaggio a un’economia circolare. La direttiva stabilisce che i materiali di imballaggio devono essere progettati per essere riutilizzati e riciclati, riducendo così la quantità di rifiuti prodotti. Inoltre, sempre secondo la stessa, i produttori di imballaggi devono garantire che i loro prodotti siano conformi a determinati requisiti ambientali, quali la realizzazione con materiali riciclabili o biodegradabili.

In linea con la direttiva sui rifiuti, l’UE ha introdotto il Regolamento sui materiali di imballaggio sostenibili, che stabilisce requisiti specifici per la progettazione di packaging, in particolare i materiali di imballaggio devono essere progettati per essere facilmente riciclabili, smontabili e composti da elementi che non impattano negativamente sull’ambiente.

Infine, dal 1° gennaio 2023, sono entrati in vigore nuovi obblighi per l’etichettatura degli imballaggi ai quali i produttori devono adeguarsi.

In conclusione un packaging per essere sostenibile deve:

  • Essere realizzato con materiali provenienti da economia circolare
  • Comportare il riciclaggio e/o il compostaggio nel suo smaltimento
  • Avere un costo sostenibile a lungo termine, con conseguente riduzione degli sprechi
  • Prevedere una riduzione delle emissioni di CO2
  • Assicurare una riduzione del fenomeno di overpacking
  • Essere in possesso delle certificazioni ambientali e dell’etichettatura idonea come da regolamenti europei.

Assograph da anni è attenta alla sostenibilità, uno dei valori nei quali crede maggiormente e che desidera portare avanti per la tutela del pianeta e dei suoi abitanti. Questo aspetto ha fatto sì che venissero sviluppati packaging realmente green e rispettosi dell’ambiente, riciclabili e in grado di entrare a far parte di una Green Supply Chain, una catena di valore sostenibile che minimizza l’impatto ambientale aumentando l’efficienza del sistema produttivo.

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